lunedì 18 novembre 2013

FSSPX , il saluto dei napoletani a don Fausto

Cappella di Napoli: addio a don Fausto 

 

In occasione del trasferimento di don Fausto Buzzi dal Priorato di Albano Laziale a quello di Montalenghe, noi fedeli della Cappella dell’Immacolata a Napoli abbiamo organizzato una festa in suo onore. Il nostro cappellano non era al corrente di ciò, mentre il tutto è stato organizzato, di nascosto, nei minimi dettagli.

I festeggiamenti si sono svolti in una sala parrocchiale messaci a disposizione da un gentilissimo parroco dello stesso quartiere della Cappella, quindi, subito dopo la S.Messa, deludendo don Fausto che, ignaro, aveva intenzione di procedere con i saluti, ci siamo subito dileguati e ci siamo diretti verso la sala parrocchiale, mentre don Fausto è stato portato lì con l’inganno. La sua sorpresa nel vederci tutti lì è stata sicuramente grande, quindi, subito dopo un breve discorso tenuto da uno dei più anziani (non per età!) frequentatori napoletani della Fraternità, abbiamo dato il via al pranzo, ricco di leccornie preparate dalle signore.
A seguito dell’abbondante (e tipico partenopeo) pranzo, alcuni dei ragazzi hanno presentato una breve scenetta comica, dopo la quale altri due fedeli della Cappella (uno della prima ora, l’altro più recente) hanno tenuto due brevi discorsi, uno dei quali si è concluso con la citazione di una frase di un film: “Quando un settentrionale viene al sud piange due volte: quando arriva e quando riparte”.
In ultimo, le bambine più piccole (7 e 8 anni), in rappresentanza della Cappella tutta, hanno portato in dono al nostro Cappellano una splendida Icona Bizantina della Vergine Odigitria, realizzata secondo la tecnica tradizionale, in oro e con parti a rilievo e punzonate (ringraziamo, a tal proposito, la signora Adele Barbato per la sua splendida realizzazione). Il dono è stato accompagnato da un biglietto di ringraziamento (“Lo sguardo materno della Beata Vergine Maria che Lei tanto ci ha insegnato ad invocare e ad amare, La assista e La guidi sempre nel nuovo apostolato nelle insubri terre natie”) e da una cartolina di Napoli firmata da tutti noi.
La torta (con le candeline che ricordavano il compleanno di don Fausto, festeggiato qualche giorno prima) ha concluso la giornata, sicuramente molto allegra ma anche un po’ malinconica, essendo, dopotutto, una festa di arrivederci al nostro “quasi parroco”, che ha permesso ai fedeli di Napoli di crescere qualitativamente e quantitativamente (al punto che ormai ci troveremo costretti a comprare altre sedie, pur non sapendo dove metterle, poichè della cappella ormai è occupato ogni suo singolo centimetro quadrato).
Ricordiamo che don Fausto è a Napoli ormai dal 1998 e, prima ancora, era stato a Napoli vari anni fino al 1992, ha amministrato prime Comunioni, Battesimi, e purtroppo anche varie estreme unzioni e un funerale, ha insegnato a giovani e meno giovani il Catechismo, anche in funzione della Cresime. E’ stato conteso tra tutti noi per averlo a pranzo o a cena il sabato e la domenica, ha girato per le case e per le famiglie, ha portato la sua simpatia (seppur milanese) là dove si recava, ha tifato con noi per il Napoli (forse non dovevamo dirlo?), ha visitato la città in lungo e in largo e ha imparato ad amarla. In ultimo, non dimentichiamolo, ha aiutato lo sbocciare di una vocazione sacerdotale, che ha portato, a tutti noi, la soddisfazione di vedere il primo Sacerdote napoletano, nato, cresciuto e maturato spiritualmente nella piccola Cappella dell’Immacolata.
Con una grande tristezza, che abbiamo ben mascherato il giorno della festa, quindi, ci troviamo costretti a salutare don Fausto, augurandogli, come recitava il biglietto, un nuovo fecondo apostolato nelle regioni affidategli, certi che, con l’aiuto della Beata Vergine Maria, porterà avanti questa missione con lo stesso zelo e la stessa forza manifestata in circa venti anni “vissuti” al Meridione.
                                                                                                  I fedeli della Cappella di Napoli

fonte: sanpiox.it

domenica 10 novembre 2013

Noi non siamo riuniti alla "Roma modernista"!


Pio xdi Don Bernard de Lacoste

Contrariamente alla Fraternità San Pietro e all’Istituto Cristo Re, noi non siamo riuniti alla "Roma modernista".
Perché?
Perché le dichiarazioni di Mons. Lefebvre valgono ancora oggi:

«Noi rifiutiamo, invece, e abbiamo sempre rifiutato di seguire la Roma di tendenza neo-modernista e neo-protestante che si è manifestata chiaramente nel Concilio Vaticano II e dopo il Concilio, in tutte le riforme che ne sono scaturite. Tutte queste riforme, in effetti, hanno contribuito e contribuiscono ancora alla demolizione della Chiesa, alla rovina del Sacerdozio, all'annientamento del Sacrificio e dei Sacramenti, alla scomparsa della vita religiosa, a un insegnamento naturalista e teilhardiano nelle università, nei seminari, nella catechesi, insegnamento uscito dal liberalismo e dal protestantesimo più volte condannati dal magistero solenne della Chiesa. Nessuna autorità, neppure la più alta nella gerarchia, può costringerci ad abbandonare o a diminuire la nostra fede cattolica chiaramente espressa e professata dal Magistero della Chiesa da diciannove secoli. “Se avvenisse - dice San Paolo - che noi stessi o un Angelo venuto dal cielo vi insegnasse altra cosa da quanto io vi ho insegnato, che sia anatema”. (Gal. 1, 8)»  (Dichiarazione di Mons. Marcel Lefebvre del 21 novembre 1974).
Noi non siamo riuniti perché vogliamo rimanere cattolici romani.
Come scriveva il nostro fondatore nella stessa dichiarazione del 21 novembre 1974: «Noi aderiamo con tutto il cuore e con tutta l'anima alla Roma cattolica custode della fede cattolica e delle tradizioni necessarie al mantenimento della stessa fede, alla Roma eterna, maestra di saggezza e di verità.»
Concretamente, noi non siamo riuniti:
1. Perché l’insegnamento delle attuali autorità della Chiesa è su molti punti non conforme alla fede cattolica. Non abbiamo il diritto di collaborare alla perdita della fede e all’autodistruzione della Chiesa. Al contrario, noi dobbiamo lavorare alla restaurazione della Chiesa nel senso della Tradizione, per la gloria di Dio e la salvezza delle anime;
2. Perché l’esperienza dimostra che la riunione conduce al mutismo: tutte le comunità che hanno trovotao una soluzione canonica con la chiesa ufficiale rimangono mute di fronte agli scandali e agli errori dottrinali di Roma. Ora, secondo San Tommaso, i pastori hanno il dovere ineludibile di gridare alto e forte quando la fede del gregge è in pericolo, anche se questo pericolo viene dall’autorità. Non abbiamo il diritto di tacere.
3. Perché le cerimonie ecumeniche e interreligiose costituiscono delle gravi offese a Nostro Signore Gesù Cristo, unico vero Dio; e noi vogliamo mostrare che non avalliamo tali scandali.
4. Perché vogliamo insegnare ai nostri figli il Catechismo del Concilio di Trento e quello di San Pio X, e non il Catechismo della Chiesa Cattolica, che è contaminato dal modernismo.
5. Perché la nuova Messa è cattiva (pericolosa per la fede ndr.) e quindi noi non vogliamo né celebrarla né assistervi attivamente, neanche in maniera occasionale, né col nostro silenzio lasciare intendere che essa sia inoffensiva.
6. Perché non vogliamo appellarci ad un vescovo modernista per conferire il sacramento della Cresima ai nostri figli.
7. Perché non vogliamo appellarci ad un vescovo modernista per conferire il sacramento dell’Ordine ai nostri seminaristi.
Detto questo, diciamo che non vogliamo cadere nell’eccesso opposto: noi pensiamo che la tesi sedevacantista sia imprudente e si appoggi su argomenti incerti.
Preghiamo ogni giorno nel Canone della Messa per il Papa Francesco, convinti che un giorno il successore di Pietro predicherà di nuovo la fede cattolica integrale.
Che la Vergine Maria ci doni la grazia di rimanere cattolici e di compiere ogni giorno con fedeltà il nostro dovere di stato.

Fonte: La Porte Latine, sito ufficiale del Distretto francese della Fraternità San Pio X

domenica 3 novembre 2013

ATTO EROICO DI CARITA’

L'ATTO EROICO DI CARITA' VERSO LE ANIME PURGANTI 

 



dal libro: LA FILOTEA di Giuseppe Riva,anno 1890, traiamo l'istruzione di questa interessante pratca devozionale ormai da vari decenni dimenticata:
ATTO EROICO DI CARITA’


ossia offerta di tutte le opere satisfattorie e di tutti i suffragi a favore delle Anime Purganti.

Questo Atto eroico di carità a vantaggio delle Anime del Purgatorio consiste in una spontanea offerta, che fa il fedele a Sua Di­vina Maestà, di tutte le sue opere soddisfat­torie (riparazione di offesa, danno o similari…) in vita, e di tutti i suffragi che può egli avere dopo morte, a vantaggio delle sante Ani­me del Purgatorio.
Fu questo Atto approvato dal sommo Pon­tefice Gregorio XV, quando, con sua Bolla Pa­storis Aeterni, approvò l'istituto del Consorzio dei Fratelli, fondato dal Ven. P. Domenico di Gesù Maria, Carmelitano Scalzo, in cui, tra gli altri pii esercizii a pro dei defunti, vi è quello di offrire e consacrare a loro suffragio la parte satisfattoria delle proprie opere. In séguito, questa pia pratica venne diffusa con ammira­bile successo dal Padre D. Giuseppe Gaspare Oliden Teatino, il quale suggerì inoltre di ri­mettere nelle mani della Santissima Vergine queste opere e suffragi, aflînchè ne sia la di­stributrice a favore di quelle sante Anime che Ella vuole più presto liberare dalle pene del Purgatorio. Con tale offerta per altro non si cede che il frutto speciale e personale di cia­scuno, talchè ai Sacerdoti non viene impedito di applicare la Santa Messa secondo la inten­zione di quelli che loro diedero l'elemosina; né ai fedeli vien tolta la libertà di potere offrire, quando vogliono, le loro opere buone al Si­gnore per qualche fine speciale; ad esempio, per impetrare grazie o rendere grazie per fa­vori ottenuti.
Questo Atto eroico di carità fu arricchito di molti favori, con Decreto del 23 agosto 1728, dal Sommo Pontefice Benedetto XIII, confer­mati poi da Papa Pio VII il 12 dicembre 1788; i quali favori furono quindi dal Sommo Pon­tefice Pio IX, con Decreto della Sacra Con­gregazione delle Indulgenze del 10 settembre 1852, specificati nel modo seguente:

Tutte le Indulgenze che sono concesse o che si concederanno in appresso, le quali si lucrano dai fedeli che hanno fatto questa offerta, possono applicarsi alle Anime del Pur­gatorio.

Si avverte infine che, sebbene questo Atto eroico di carità venga indicato, in alcuni fo­glietti stampati, col nome di Voto eroico di ca­rità, e venga nei medesimi espressa anche una formula di tale offerta, pure non si intende questo voto fatto in modo che obblighi sotto peccato; come pure non è necessario di pro­nunziare l'indicata formula o un'altra qual­siasi, bastando l'obbligazione fatta col cuore per essere partecipi delle indicate Indulgenze e privilegi.

OFFERTA DI TUTTE LE BUONE OPERE in vantaggio delle Anime Purganti.

Per vostra maggior gloria, o mio Dio, Uno nell'essenza e Trino nelle Persone, e per imitare più dappresso il dolcissimo no­stro Redentore Gesù Cristo, come pure per mostrare la mia sincera servitù verso la Madre di misericordia Maria santissima, che è Madre anche delle povere Anime del Purgatorio, io propongo di cooperare alla ­redenzione e libertà di quelle Anime pri­gioniere, debitrici ancora verso la divina giustizia delle pene dovute ai loro peccati: e, nel modo che posso lecitamente (senza obbligarmi però sotto peccato alcuno), vi prometto di buon cuore e vi offro il mio spontaneo voto di volere liberare dal Pur­gatorio tutte le Anime che Maria santissima vuol liberare; e però nelle mani di questa Madre piissima pongo tutte le mie opere soddisfattorie, e quelle da altri a me appli­cate, si in vita come in morte, e dopo il mio passaggio all'eternità.
Vi prego, o mio Dio, a voler accettare e confermare questa mia offerta, siccome io ve la rinnovo e confermo ad onor vostro, e per la salute dell'anima mia.
Che se per avventura le mie opere sod­disfattorie non bastassero a pagare tutti i debiti di quelle Anime, cui la Vergine san­tissima vuol liberare, ed i miei proprii de­biti per le mie colpe, che odio e detesto di vero cuore, mi offro, o Signore, a pagarvi, se a Voi così piacerà, nelle pene del Pur­gatorio quello che manca, abbandonandomi del resto fra le braccia della vostra mise­ricordia, e tra quelle della dolcissima mia Madre Maria. Di questa mia offerta e pro­testa voglio testimonii tutti i Beati del Cielo, e la Chiesa tutta militante e la penante nel Purgatorio. Così sia.

ALTRA FORMULA PIÙ BREVE PER L'ATTO EROICO.

Io N. N., in unione ai meriti di Gesù e di Maria, depongo nelle mani di Maria santissima e vi offro, mio Dio, per le Ani­me del Purgatorio, la parte satisfattoria di tutte le buone opere che farò nel corso di mia vita, e che altri potrà applicare per me in vita e dopo morte. E ciò per vostra maggior gloria, per imitare l'esempio vo­stro, o Gesù mio, che tutto Voi deste per le anime; e per accrescere in Cielo il nu­mero dei vostri adoratori eterni e dei glo­rificatori della Madre vostra, che interce­dano per me.

VANTAGGI E PREGI DELL'ATTO EROICO.

Ah! come è vero, che la carità è la chiave, che apre a noi e agli altri la porta del Cielo! Questo voto è destinato, come dice il santo Padre Pio IX nel suo bellissimo Breve dato il 20 novembre 1854, a portare alle Anime purganti il maggior conforto, che mai si possa dar loro dagli uomini. Perchè mentre le altre devozioni, preghiere, sante Messe, elemosine, Indulgenze, ecc., sono per esse come goccie o ruscelletti di acqua fresca, che cadono di tempo in tempo sulle fiamme del Purgatorio, l'Atto eroico le riunisce tutte, scorrendo continua­mente, a guisa di un fonte perenne o di un gran fiume, nel Purgatorio, vita nostra du­rante ed anche dopo. L'Atto eroico non toglie che dobbiamo continuare a far per le Anime purganti tutti i suffragi, che possiamo; ma raddoppia il merito di essi, e raccoglie, come fa una diligente spigolatrice, anche tutte le spighe dei meriti, a cui spesso non si bada. Oh ! i bei manipoli, che si possono mandare in un giorno al Purgatorio, o, per meglio dire, al Paradiso, da chi, avendolo emesso, vive san­tamente occupato in tali suffragi!
Ma non basta; piove altresì sopra quelle Anime, assetate dal fuoco che le strugge, un'altra rugiada continua, e questa è il merito soddi­sfattorio di tutto il bene che voi farete, anche senza pensare in quel momento, ne rinnovar sempre l'intenzione, che ciò sia per le Anime purganti. Il vostro sudore nel lavorare nella vigna del Signore, nell'assistere malati, aiutare miserabili, ecc., ristora le povere Anime; le vostre elemosine ai poveri diminuiscono l'estre­ma loro penuria; i vostri dolori raddolciscono le loro pene; se voi soffrite con pazienza gli affronti, esse si sentono consolate; e le vostre penitenze le avvicinano alle gioie ed ai gaudii del Paradiso. Quanto prezioso è dunque questo voto, ossia Atto eroico! Già l'ho detto, chi ha fatto questo voto acquista: I.° ad ogni Comunione, II.° ogni lunedì, nell'a­scoltare la Santa Messa, una Indulgenza Ple­naria per i Defunti. In tal modo, senza addos­sarci molti obblighi particolari, possiamo donare ad essi cento volte più di prima che avessimo fatto un tale atto. Procuriamo dunque di star­cene in grazia di Dio, e di far costantemente delle buone opere.
Inoltre le nostre preghiere per tale via pas­sano per le mani di Maria santissima. E per le mani benedette di Maria Vergine i suffragi vanno molto più sicuri, e allo stesso tempo aumentano di valore; perchè la Madonna san­tissima unisce i suoi sommi meriti ai nostri sforzi meschini. Di più, noi siamo soggetti a dimenticarci di certe Anime e di altre non sappiamo i bisogni. Dopo questa offerta però, colla quale facciamo la Madonna, nostra am­ministratrice, Essa farà tutte le cose per noi nel miglior modo possibile; non si dimenti­cherà di nessuno, adempiendo Essa tutti i no­stri doveri verso le Anime sante del Purgatorio.
Per tale maniera l'Atto eroico rende le In­dulgenze tutte applicabili ai Defunti, e ci leva il peso di dover sempre rinnovare l'intenzione d'acquistare Indulgenze per le Anime purganti. Chi vive cristianamente può guadagnare senza paragone maggiori Indulgenze di quelle onde abbisogni per se. Ora questo voto fa si che nessuna Indulgenza vada perduta, perchè tutte vengono applicate, e fruttano alle povere Ani­me del Purgatorio. Quanti vantaggi!
Anche a noi stessi quest'Atto procura stra­ordinarii vantaggi. Difatti: Io ogni volta che facciamo un'opera buona, rinunziamo, è vero, al merito soddisfattorio, ma nelle stesso tempo aggiungiamo all'opera un nuovo grado di vir­tù, coll'Atto di carità che si fa alle Anime pur­ganti; e così noi stessi guadagnamo un merito reale che non può esserci tolto.
Siccome poi il cedere la soddisfazione per le pene del Purgatorio è un bene temporale, ed il merito che perciò si acquista verso Iddio, rende degni d'un nuovo grado di ricompensa eterna, così con tale cessione d'un minor bene acquistiamo un bene maggiore, cioè, per un bene limitato un bene infinito. Che cambio vantaggioso!
In secondo luogo l'Atto eroico, nella sua es­senza, è una nuova forma del consiglio evan­gelico della povertà volontaria, ma in grado più sublime. Gesù aveva detto: “Se vuoi es­sere perfetto va, vendi tutto quello, che hai, dàllo ai poveri e poi vieni a seguirmi”. Ora così fanno tutti quelli che emettono questo Atto eroico, in attesa di questi beni spirituali, che dalle anime pie sono stimati mille volte più pregevoli dei beni temporali.
Terzo vantaggio: la carità è il vincolo della perfezione: ora l'anima di questo Atto è ap­punto la carità. Dunque questa espropriazione ci farà necessariamente progredire nella perfe­zione cristiana. La frequente memoria delle Anime del Purgatorio ci darà il santo timore del peccato, ci distaccherà dal mondo, ci spro­nerà alle buone opere, e ci accenderà nel cuore l'amore di Dio, e il dolore di averlo offeso. Ci guarderemo maggiormente dai peccati veniali, pensando che quelle Anime soffrono tanto an­che per piccoli peccati ed imperfezioni. Ri­nunzieremo ancora più facilmente a tutti gli attacchi disordinati dei beni di questa terra, al desiderio di piacere alle genti, di essere amati, se mireremo spesso coll'occhio dell'ani­ma laggiù nelle caverne sotterranee il fuoco del Purgatorio; ed in esso tanti ricchi e dotti del mondo nella più squallida miseria; tanti eleganti, abbandonati in preda ai loro dolori; e pensando che ben presto saremo noi stessi fra quegli strazii e tormenti, cercheremo di ren­derli minori e più brevi, coll'esercizio della arità verso i Defunti, e delle altre cristiane virtù.
Per le Anime del Purgatorio è passato il tempo dei meriti!... pagano a contanti, e senza meritare nulla colla loro pazienza e col loro amore di Dio, che è pure ardentissimo. Que­sta considerazione ci animi a profittare del tempo incerto di questa vita, per fare buone opere, per liberare quelle Anime dai tormenti, e per radunare a noi stessi dei meriti, prima che ci colga la notte, secondo le parole di Gesù Cristo: “Camminate, finchè avete la luce, prima che vi colgano le tenebre, in cui non potrete più operare!”
Riflettete, inoltre, che se un tale spropria­mento fa progredire nella perfezione, ci ap­porta però insieme grazie speciali, perchè noi con questo Atto rendiamo a Dio uno speciale onore, soddisfacendo alla sua giustizia per le Anime Purganti, che così volano più presto ad aumentare il numero dei beati cittadini del Cielo. Di più mostriamo l'illimitata nostra fidu­cia in Dio, imperocchè ci gettiamo ciecamente nelle braccia della sua misericordia; atto, che il Cuor di Gesù non ti lascierà mai senza gran premio.
Anche a Maria santissima si rende con ciò un omaggio, come a Regina e Madre delle Ani­me del Purgatorio, ed Essa ben se ne ricor­derà quando saremo entrati in quel luogo di pene a scontare le nostre colpe.
Quale poi sia la ricompensa delle Anime del Purgatorio, ce lo dice santa Brigida la quale udì un giorno la voce di molte Anime Pur­ganti che gridavano: “O Dio! ricompensa co­loro che ci porgono aiuto nelle nostre pene”. - E alla fine udì una voce più forte che gri­dava: “O Signore Iddio, concedi il centuplo colla tua incomparabile onnipotenza a tutti quelli che colle loro buone opere sollecitano il momento in cui potremo vedere la tua fac­cia”. Difatti molti Santi e pie persone assi­curano d'aver ottenuto molte grazie mediante l'intercessione delle Anime penanti; perchè, sebbene non possano ottener nulla per loro, però alcuni santi Padri (e lo stesso dice santa Brigida), opinano che per gli altri possano pre­gare, perchè sono anime in grazia e amiche di Dio.
Ah sì! sono esse quelle amiche fedeli delle quali dice lo Spirito Santo: “Nessuna cosa è da paragonarsi all'amico fedele, e non è degna una massa d'oro e d'argento di essere messa in bilancia colla bontà della fede di lui. L'a­mico fedele è balsamo di vita e d'immortalità, e quelli che temono il Signore lo troveranno”.
Dunque stiamo di buon animo, nè temiamo punto, che per questo Voto, ossia Atto, ci convenga poi di stare più lungo tempo nel Purgatorio. Che se anche fosse così, il Padre Montfort, gran promotore di questa devozione, ci dice: «Mille Purgatorii sono una cosa da non valutarsi, in paragone di un solo grado di maggior gloria, che si ottenga con questo Atto». Il fuoco del Purgatorio finisce presto, ma il grado maggiore di gloria acquistato non finirà in eterno.